“Pur con la gola tagliata, ancora spera”. Tra cornacchie, Dostoevskij, Truman Capote e agnelli con volto umano

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La perentorietà della pietra e del marmo costringe l’uomo al fango – è impossibile che germogli la grandezza, perché tutto è troppo grande nella Città. Le statue istituiscono abissi, tutto l’umano gravita allora nella palude, nel rasoterra della chiacchiera, fanghiglia del linguaggio; privo di gravità tutto è leggiadro, a tratti geniale – in sostanza: passa. […]

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