Editoriale ovvero Almanacco Kitsch di Febbraio ‘24

Leggi su Biró Sotto al titolo de L’altrui mestiere di Primo Levi che sto leggendo per un saggio, ho appuntato una sua frase tratta da  I sommersi e i salvati: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Più sotto ho aggiunto: il male.  E ancora più sotto ho annotato: il male è assoluto? Forse per Levi lo era e posso immaginare che lo abbia impersonificato in Hitler. Colpevoli e complici di questo mio filosofeggiare riguardo al male sono stati anche i testi [due racconti di Ilaria Parlanti e di Luciano De Vivo, illustrati da Stefania Natale e Francesca Gastone, insieme al saggio di Mattia Lupini] che ospiteremo sul nostro spazio in questo freddo febbraio.  E così, prima di sedermi a scrivere questo breve editoriale, dal vocabolario etimologico delle parole ho cercato il termine male. Deriva dall’aggettivo latino malus, che significa  cattivo e, in senso più ampio, nocivo, dannoso.  Meccanicamente ho contrapposto male a buono: il male come privazione di qualcosa di buono. Di nuovo non ho resistito e ho cercato l’origine della parola. Senza troppo stupore ho scoperto che buono deriva dal latino [se non è latino, è greco] bonus, ma pochi sanno che a sua volta bonus deriva da duonus la cui etimologia si attribuisce tanto alla radice sanscrita dve [che vuol dire felice] quanto alla contrazione di divonus, anche questa avente una radice sanscrita: div che significa splendere ed è la stessa che dà origine alla parola dio. Sembrerebbe quindi che il male sia asse […]

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