Immaginare Istanbul | Vetrina

Leggi su L’Eco del Nulla Istanbul l’ho incontrata d’inverno. Tutto, allora, sotto la sferza dei venti freddi provenienti dal Mar Nero e dalle steppe russe, richiama un sentimento di chiaroscuro, come in una pellicola cinematografica bruciata in un angolo, una massa indistinta che si espande per le strade, rendendo la città più vicina ad un passato dimenticato. Il paradosso stambuliota giace nella contrapposizione tra la robustezza della città, quel «mare di pietra» dall’aspetto «solido e lucente come la giada» descritto da un anonimo cronista cinese del VII secolo, e il suo statuto di città leggendaria, eterea, definita nei secoli da brame di potere e aneliti millenaristi.

La Nuova Roma di Costantino fondata nel 330, la mela ross […]

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