Verderame

VERDERAME

di Sara Buono

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Nacque miracolosamente nel mezzo della Rovinosa e Tribolante Siccità, che soffiò via la vita dai ventri degli uomini e delle donne del villaggio, per i tredici anni che precedettero la sua nascita e per i dieci che ne seguirono. Il padre, ragazzo più bello e disgraziato del villaggio e figlio prediletto di una ninfetta dei ruscelli e di un prodigioso e tristissimo re bambino (il più triste di una già senza tempo dinastia di addoloratissimi re), fuggì la notte precedente al seguito di una tribù di zingare giramondo, di cui si era invaghito durante i festeggiamenti dell’annuale Celebrazione di Primavera. La madre, gravida reginetta del Carro di Narcisi di quell’anno, spirò di cuore spezzato dopo il parto, tra le bianchissime coperte di un letto d’ospedale, mentre ancora sul capo le riposava la corona di narcisi rossi e l’oro del belletto le luccicava le gote; e non ebbe neppure il tempo di stringere al seno il figlioletto piangente. […]

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