Un anno a Parigi #0: di burocrazia e acronimi

Leggi su Chiacchiere letterarie Burocrazia Lunedì 18 agosto Comincio questo diario parigino 24 giorni prima della partenza. A tenere il conto alla rovescia per me è una piattaforma messa a disposizione dall’Università per facilitare la transizione tra i due mondi. Transizione per nulla facile, va detto, e per quanto utile, la piattaforma stessa contribuisce a creare una certa sensazione di sconforto: non sembra esserci nulla di facile nel varcare il confine tra l’Italia e la Francia, neanche quando lo si fa nell’era della globalizzazione e della digitalizzazione. Certo, probabilmente farlo cinquanta, cento anni fa doveva essere ancora più complesso, ma il fatto di disporre di una connessione internet e di poter sistemare tutte le faccende burocratiche a distanza non rende queste ultime più simpatiche. Feel Français, “sentirsi francesi”, così si chiama questo valido ausilio digitale, in una rigorosa declinazione esclusivamente maschile che mi strappa un leggero sorriso. Secondo il mio assistente al trasloco, per sentirmi francese devo, oltre a farmi crescere la barba: Inutile dire che gli ultimi tre mesi della mia vita sono stati costellati da assolvimenti burocratici; o meglio, i primi due sono stati investiti nella disperata ricerca di un luogo dove dormire che non fosse sotto un ponte o a due ore di treno da Parigi; l’ultimo è trascorso ringraziando ogni divinità esistente per avermi benedetta con un compagno delle superiori che vive in una casa parigina con una stanza disponibile. In tutto ciò, ancora fr […]

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