Maudie | Sarò polvere di pigmento

Leggi su In fuga dalla bocciofila di Stefano Errico (Bastardi senza gloria)   Dei miei genitori, morti pochi anni dopo la mia nascita, ricordo solo le parole che ripetevano più di frequente. E tra queste v’era un numero: quattrocento. Quattrocento sono le persone al mondo con il mio stesso morbo. Sono nata con una rara malformazione cerebrale. Invisibile e devastante. Logorante. Se davvero, come spesso si dice, gli esseri umani sono templi del Creato, le ossa sono i suoi colonnati in marmo. Li sorreggono e conferiscono loro una postura eretta. Le mie colonne sono friabili, costantemente sottoposte all’azione erosiva di una pioggia scrosciante. Il mio alluvione, la mia malattia, colpisce pochissimi. Appunto, all’incirca quattrocento casi a quando avevo quattro anni. Ora in leggero calo. Tortura le ossa e progressivamente le sgretola. Provocando infiammazioni, lussazioni, fratture frequenti. Oltre ad una perpetua artrite spietata. Gli effetti sulla quotidianità possono essere molteplici e, nonostante coabiti con lei da molti anni, non ci si fa mai l’abitudine. Rovinare al suolo in ogni modo e circostanza, è certamente il più visibile. Mai senza conseguenze. Non godo del lusso di stamparmi per terra e solamente sbucciarmi un ginocchio od un gomito.   Ma questa non è mai stata la mia difficoltà maggiore. Non si può certo dire che sia una camminatrice. I dolori artritici alle dita delle mani sono sempre stati il mio dolore più grave poiché, per una beffa del destino, io nacqui pittrice. Nacqui tra le tin […]

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