Anora | Folli notti londinesi

Leggi su In fuga dalla bocciofila di Aquiles José Martínez Pérez   Mettiamo che un venerdì d’inizio aprile, quando in Inghilterra le giornate si allungano e le chiome degli alberi si ricoprono di foglioline pallide, tu esca dal tuo lavoro: un palazzo di vetro piantato in uno di quei paesini tristi e monotoni che gravitano a un’ora da Londra. Ti fermi appena fuori dalle porte girevoli e, prima di scendere gli scalini che portano in strada, chiudi gli occhi. Ti scaldi il volto con un raggio di sole, sospiri, senti l’aria ancora frizzante, ultimo strascico di un inverno che stenta ad andarsene, e pensi: “è venerdì”. Poi scendi gli scalini, attraversi la strada e t’intrufoli in un parcheggio aperto di fronte a un outlet: un capannone industriale senza grazia, con una scritta enorme e un cartellone pubblicitario che raffigura una famiglia felice, sbiadita. Entri in macchina, una vecchia Peugeot grigia, esci dal parcheggio e ripercorri la solita strada che ti porta nella periferia di quel paese di periferia. Nel tuo appartamento: il 1866, con i soffitti bassi e la moquette malconcia, umido e disordinato, triste, perché tua moglie non c’è. Da sei mesi, Amy non c’è. Ti ha lasciato, l’hai picchiata, vi siete picchiati, ti odia, anche tu la odi. E ti manca. Ma tu non pensi a questo. È un venerdì d’inizio aprile! Abbassi il finestrino e ti fai colpire in volto dall’aria. Accendi la radio e ascolti “Born Slippy” degli Underworld. Canticchi quella canzone: l’avevi ballata alla fine degli anni Novanta in discoteca, a […]

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