Disclaimer | Un grido, roccia o mare

Leggi su In fuga dalla bocciofila di Rebecca Moore   Io l’ho vista, sul ciglio della strada. E ho capito subito chi era e perché è potuto succedere quello che è successo. Non capita a tutti una cosa così. Se ne stava lì con un impermeabile abbottonato e le sue belle scarpe, non faceva niente, ogni tanto camminava su e giù, ma non faceva niente. Non piangeva, non si disperava. A un certo punto è arrivata sua figlia, e i vicini, e poi è arrivato anche suo marito, con un cane al guinzaglio. E il cane piangeva, non smetteva di guaire, mentre noi tutti non piangevamo e tantomeno lei. Questo cane a un certo punto l’hanno portato via, per fortuna si sono resi conto di quanto fosse inopportuno. Se ne stavano schierati, opposti a noi, dall’altra parte della macchina e del corpo, ed erano come in fila, in attesa di qualche messaggio, di qualche compito. Ho pensato di un perdono. Le vittime forse erano loro. Diverse persone mi parlavano, ma io non sapevo chi fossero, ho cominciato a distinguerle poi, per i loro vestiti, che erano come delle divise, ma in realtà non capivo le loro parole, non sentivo niente, poi a un certo punto ho sentito un malore, è l’unica cosa che ho sentito, e mi sono dovuta appoggiare ad un cipresso. Ricordo che era polveroso e aveva uno di quei segni rosso bianchi, come una ferita, per indicare un sentiero. Sotto iniziava il bosco. Quando sono arrivata ho potuto toccarlo, ma per poco, mi hanno detto di non toccarlo troppo, dovevamo aspettare l’ambulanza, dovevamo aspettare un sacco di cose. […]

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