Ho dato fuoco al mio amore

Leggi su Biró Ho dato fuoco al mio amore. Questo dice Maria mentre il suo amore ha appena parlato, ma lei non ha sentito cosa le ha detto. Livio guarda le fiamme mangiare il dipinto, schiaccia le dita della mano di lei e questo gesto lo chiama ancora: stringerti, chiama questa cosa della mano di lei nella sua: stringersi, e le fiamme si propagano dalla materia del dipinto alla sua cornice spessa e poi tutto intorno come i bordi infiniti di un contagio.  Si accende la purezza, risplende per procura l’inutilità di ciò che resta illeso dal fuoco ma loro non sono più astri fuori le grandi finestre: sono frantumi di una enorme tela, feritoie del tempo del XIX secolo, sono cenere. Avere in gloria questo, ora e per sempre: sì, lo voglio, dice lei. Presenziano alle loro nozze oggi 28 febbraio di quest’anno lentissimo mentre l’ala Denon del Louvre brucia per loro.  Sono tornati a Parigi solo tre giorni fa e Livio sul ponte degli innamorati l’ha chiesta in sposa la prima sera.  Ha fatto così come si faceva un tempo, si è messo in ginocchio davanti a Maria, si è chinato talmente tanto che anche l’aria gelida di febbraio fatta di nebbia si è incurvata con lui, si è vista di Livio nell’aria di nebbia la schiena curva, e Maria ha pensato all’ernia che lui lamenta con grande dolore nella zona lombare. Avrebbe voluto prendergli il braccio e sollevarlo ma invece l’ha lasciato lì a fare. Fai, ha pensato, chiedimi. Tanto di sollevarlo non avrebbe potuto, quel braccio così pesante trainato vers […]

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