Vermiglio | L’Evàl
Leggi su In fuga dalla bocciofila di Beatrice Tomasi Non era certo la prima volta che si trovava a doversela cavare da solo in una situazione di convivialità. Eppure, mentre guadagnava la salita a grandi falcate, sentiva le mani sudate e una specie di rimescolio al centro del costato. Gli aveva detto che dalla curva dopo il crocifisso avrebbe dovuto prendere la piccola strada che si apriva fra i noselari. Avevano riso, c’era questo gioco tra loro, lei che parlava un perfetto italiano si divertiva a confonderlo con qualche parola in dialetto, che lui avrebbe dovuto indovinare, non c’erano scappatoie. Lo guardava arrovellarsi per capire cosa potessero essere, i noselari, lui che era arrivato dalla bassa Italia, e prima ancora da un piccolo Stato diventato indipendente da una manciata d’anni. Dopo qualche tentativo era riuscito a indovinare: crocifisso, stradina fra i noccioli. E adesso stava salendo, un sentiero di pietre grosse ed erba, un boschetto di pini bassi, sulla sinistra, a un certo punto, un fiumiciattolo a fargli compagnia. Si tenne stretto il mazzo di fiori che portava in mano, e percependolo pensò che poteva farsi venire in mente un’idea migliore: fiori, le stava portando, in mezzo a quei prati e a quei cigli che ne erano pieni. Continuando a seguire la roggia il sentiero iniziò ad aprirsi, ed ecco che comparve il grande prato che le faceva brillare gli occhi quando gli aveva detto che lì avrebbero festeggiato il suo compleanno. Non si aspettava che lo avrebbe invitato, gli sembrava un fatto intimo […]