The substance | Tempo libero

Leggi su In fuga dalla bocciofila «Risponda sì se conferma di voler cambiare età.» «Sì.» «Risponda sì se acconsente al riciclo del suo vecchio corpo.» «Sì.» «Risponda sì per il ritiro gratuito della carcassa.» «Sì.» «La ringraziamo, le risposte sono state registrate. Attenda in linea.» La voce artificiale viene momentaneamente interrotta dai toni allegri di una nota canzone. «Le confermiamo che la sostanza è stata consegnata. Grazie per averci scelto. Arrivederci.»   Giacomo resta per un attimo con il cellulare attaccato all’orecchio – gli squilli che sbiadiscono nel frastuono del traffico –, poi lo infila in tasca e attraversa la strada, torna al bar. Inspira profondamente, l’aria fredda della sera gli pizzica il naso, gli sciacqua stomaco e polmoni. Le pozzanghere sull’asfalto riflettono le insegne accese dei negozi, i fari delle automobili di passaggio, le lampadine affumicate dei lampioni ai lati dei marciapiedi. Questa è l’ora in cui l’ufficio chiude e i colleghi riempiono i bicchieri fino all’orlo. Escono insieme, in gruppi consolidati da simpatie di convenienza, alleanze utili a lamentare ritardi, peccati, assurdità, errori impuniti sul lavoro di incapaci senza speranze, ammaliatori, responsabili insolenti e perdigiorno ipocriti. Ognuno, nei bar delle città, interpreta uno di questi personaggi. I colleghi ne parlano seduti vicini, attenti a scegliere i soliti posti. Dall’alto, tra i loro corpi, i cellulari disposti a raggiera fanno dei tavoli rotondi grandi orologi senza lancette. Le teste sono pe […]

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