Blink Twice | Dio serpente

Leggi su In fuga dalla bocciofila Il giorno prendeva vita con una lentezza commovente. Lo faceva sulle chiome gialle dei tigli che le parevano stelle esplose dalle arterie nere che uniscono il cielo al sottosuolo. Il tempo che il suo sguardo impiegava ad abituarsi al cambio di luce lei lo usava per sondare con le mani i vari oggetti che aveva raccolto nelle tasche del cappotto: un biglietto dell’autobus piegato in quattro, un burro di cacao, il laccio integro della scarpa sinistra – che non aveva buttato via, probabilmente nella speranza che trovasse un’identità che non dipendesse dal laccio destro, tranciato qualche giorno prima –, il biglietto di un film, La grande bouffe – ricordava di aver pensato che era stata una pessima idea non aver cenato prima di entrare in sala –, un fazzoletto di stoffa fradicio con due iniziali ricamate, L C, uno spazzolino da denti di legno con le setole ancora umide. Guardava dritto di fronte a sé i camini delle case che sbucavano oltre i confini verdi del parco, e li contava; cercava di non offrire spazio nel campo visivo all’ombra esanime distesa ai suoi piedi, e anche di non insozzare la dimora dell’alba con l’odore del sangue che ancora non le aveva abbandonato le narici. Faceva freddo. E tirava un alito di vento abbastanza forte da spostare solamente le estremità più leggere del mondo, come i capelli, oppure le foglie, o anche i fili bianchi dei ragni che avevano bisogno di mangiare. Pensò lei stessa di avere fame; pensò anche che fossero molti giorni che non vedeva un cie […]

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