Editoriale Calendario dell’Avvento 2024
Leggi su Biró Attendere prego. Almeno una volta nella vita capita a chiunque di sentire pronunciate queste due paroline. Mi vengono subito in mente le prenotazioni tramite centralino telefonico per una visita medica specialistica o la chiamata per un taxi o in generale tutti quegli uffici che per informazioni o altro si affidano alla voce metallica dell’ “attendere prego” seguito dalla melodia sinfonica registrata di qualche famoso musicista dello scorso – o quello prima ancora – secolo. Dicembre ha il sapore, almeno per me s’intende, di quell’ “attendere prego”. Una sosta impaziente per l’arrivo di qualcosa [o qualcuno, una nuova vita – o La, da più di duemila anni nota, vita del Bambin Gesù]. Le strade si illuminano di lucine bianche, di abeti finti e decorati, di fiocchi enormi rossi, argento e blu e i regali e il siamo tutti più buoni, ma siamo anche un po’ Grinch – che alla fine ci piace assecondare le mode e remarci contro. E le commesse dei negozi che “i pacchetti da quella parte prego” [altre attese]; e la commercializzazione capitalista di una società viziata che non si accontenta mai, che si scorda delle guerre a due passi da noi e noi siamo fortunati in fin dei conti, quegli altri invece come faranno? E le mancanze di chi è andato via e le gravidanze [altra forma di “attendere prego”] di nascituri – e nasciture e asterischi e schwa Ə – che venendo in questo mondo diventeranno gli uomini del domani [in quale futuro? in quale mondo se lo stiamo distruggendo? – voci di […]