Editoriale ovvero Almanacco Kitsch di Novembre ’24

Leggi su Biró “Ma scrivere per me è frustrante: nello scrivere ho di fronte l’impossibile. L’enigma della natura.” Clarice Lispector in Acqua Viva, si fa portavoce del mio malessere [non solo mio, è evidente, anche il suo e di quelli che provano a buttar giù parole che sono equazioni, quelle di chi, dietro una penna o la tastiera di un personal computer, tentoni, cerca di capirci qualcosa]. E allora per questo editoriale che non apre il mese ma sembra voglia chiudere un sipario, potrebbe apparire ai lettori un deliquio, un oscuro e affaticato delirio che prende forma e origine dai cumulonembi. Un cumulonembo si genera in condizioni di forte instabilità atmosferica e potrebbe causare fenomeni precipitativi, in modo particolare rovesci e temporali.  Nella tratta che ho percorso, in questo fine settimana, dall’aeroporto di Brindisi a Taranto, a bordo di una navetta che doveva aver avuto le sospensioni degli pneumatici più che usurate per quanto sobbalzava [e io – e gli altri passeggeri – con lei] sulla strada dissestata, mi sono sorpresa a fissarli. Guardavo quelle nubi candide dalle forme strane e senza accorgermene, ho pianto [gli eventi precipitativi, per l’appunto]. Sono un cumulonembo, ho pensato [non subito, non in questi termini. Ho dovuto appellarmi alla mia memoria, al ricordo della prof di geografia astronomica del liceo, prima di elaborare questo sofisma]. Precipitazioni umane causate da cumulolembi [non cumulonembi, ho pensato ancora]: rappezzi – anche colorati, quasi un Arle […]

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