Assurde morti a Hollywood | Philip Seymour Hoffman
Leggi su In fuga dalla bocciofila Alle 11 in punto – cascasse il mondo, si erano detti – un padre incontrò il suo figlio decenne davanti all’Oliver’s City Tavern, il loro posto preferito in tutto il West Village. Principale motivazione (oltre alla cruciale presenza di un vero caminetto, con un vero fuoco scoppiettante dentro): gli hamburger erano grondanti e sugosi e le patatine erano anche meglio di quelle di McDonald’s. Per ammissione di tutti, padre e figlio erano l’uno la copia sputata dell’altro. Persino le labbra si tendevano nello stesso sorriso reticente e gli occhi, seppure di colori diversi, brillarono allo stesso modo strizzati nelle guance quando il padre performò una versione particolarmente ispirata della sua camminata buffa, un vecchio classico anche noto come “i passi giganti della feroce bestia felpata”. In generale, i loro colori stavano bene con l’inverno: le foglie marroni, i prati verdi, i cieli plumbei o completamente bianchi si sposavano perfettamente con le lentiggini arancioni e i capelli rossi che entrambi sfoggiavano arruffati e noncuranti sopra le sciarpe a pallini o a righine, mentre era più difficile immaginarli su una spiaggia tutta ombrelloni di Miami, ma non si può mai dire. «A volte uno è così felice che si sente più alto, ci hai mai fatto caso Phil?» disse il bambino rivolto al padre mentre questi si liberava del pesante giubbotto di cammello passandolo al cameriere. «E vorrei dire che sentendosi più alto, uno in qualche modo lo è, più alto». I due si misero a sedere atteg […]