Un delirio di menti

Leggi su Biró Ho già cominciato a fare gli scatoloni. Tra qualche giorno partirò da Torino per il periodo estivo, e quando tornerò a settembre, dovrò lasciare l’appartamento. Non è il primo trasloco che faccio, non mi spaventa. Ho iniziato a incartare le cose piccole: i due acchiappasogni che mi ha regalato mamma, il quadretto con i fiori disegnati, l’orologio a parete che non ho mai appeso. A pensarci bene, nonostante la malinconia di lasciare un posto in cui si è stati bene, scegliere cosa tenere e cosa escludere dal mio futuro mi restituisce un senso di serenità.  Soprattutto quando è stata la volta dei libri, ho iniziato a tirare le somme di quello che è successo in questi mesi. Quelli che ho già letto sono ancora nell’armadio dei quaderni e delle agende, perché nella libreria non c’è abbastanza spazio. Negli scatoloni ho invece sistemato quelli da leggere e il taccuino, che portavo con me al laboratorio di Teatro, e che credevo di aver smarrito. Sulla prima pagina c’è una frase:  Allora: sì, fa paura. Poi a capo, Ma è una figata. L’ultima parola è sottolineata più volte. La sera che Chiara ha scritto questa frase sul mio taccuino, abbiamo creduto davvero di aver esagerato con le ambizioni. Con altre due studentesse della Scuola Holden che si sono occupate della traduzione del testo originale, io e Chiara abbiamo progettato un laboratorio teatrale completamente autogestito. L’obiettivo è stato lavorare su un testo che ci sta molto a cuore, scritto non molto tempo fa da una ra […]

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