La teta asustada | Tuberi
Leggi su In fuga dalla bocciofila Lineas Entre dos Mundos Il primo reggiseno era stato bianco, in cotone morbido, con un ricamo lungo il bordo. Lo aveva comprato zia Stefania, alla merceria del paese, dicendole che il seno ballonzolava ed era una vergogna. «O metti il reggiseno o smetti di correre con i maschi in mezzo alla strada» aveva detto. Lei aveva undici anni e smise di correre con i maschi in mezzo alla strada. Quando la zia le chiese perché non portasse il reggiseno, lei rispose che la strizzava da non respirare. La zia la chiuse in camera: «Ci vuole già la seconda misura». Tornò con un pacchetto identico al primo dal contenuto più abbondante. Evitava di mostrarlo, il reggiseno. Teneva sempre una canottiera sotto la maglietta, anche d’estate. «No che non ho caldo, si sta benissimo» diceva. Quando si accorse che i maschi si interessavano alle sue forme, curvò le spalle, tirò indietro il petto e sputò l’aria fuori dal torace. Alla prima mestruazione il telefono di casa squillò molte volte. Parenti e amici manifestavano giubilo, assicuravano un futuro radioso. La signora Marradi la fermò sul pianerottolo: «Complimenti! Sei diventata signorina, devi essere felice». Quella sera nascose gli assorbenti nella tasca dello zaino, si inginocchiò accanto al letto e, con le mani strette, promise a Dio, alla Madonna e ai Santi tutti che non avrebbe fatto mai nulla di male per il resto della sua vita, «ma usare l’assorbente a scuola no» scongiurò. Già l’indomani si accorse che le sue preghiere non erano state asco […]