Godzilla | Un sogno
Leggi su In fuga dalla bocciofila di Pietro Lenarda (essi vivono) Era l’anno in cui Kim Jong Un minacciava un giorno sì e l’altro pure di distruggere l’isola di Guam. Erano in Giappone da più di tre settimane e il caldo tropicale, insopportabile i primi giorni, cominciava a essere tollerabile al corpo, si era abituato a quel continuo sudare. Il viaggio sembrava ormai una fuga senza fine, estenuante, frenetica. La marea di gente aveva quasi completamente dissolto e rimescolato quel debole legame che li teneva ancora attaccati. Si rincorrevano stancamente, senza trovarsi: una fuga da tutti, una fuga l’uno dall’altro, una fuga da se stessi. Anche l’eterna frustrazione, il senso di inadeguatezza che provava standole accanto, ormai era stato soppiantato da uno smarrimento totale in quel paese alieno, lontanissimo da tutto e da tutti. La sensazione che aveva era di essere giunto alla fine del mondo, come se la immaginavano i marinai di Colombo. La terra finisce in una specie di enorme cascata nel vuoto. Si era abituato a quel senso di vertigine. Le profetiche pubblicità dell’ ultimo film di Godzilla si vedevano per tutta la città. A Kyoto era stato annunciato un tifone. Un vento caldo faceva sbattere tutto, i cavi dei tralicci sibilavano di elettricità, tutto chiuso, nessuno in giro, tutto sprangato: dicono di correre a casa e chiudersi dentro, in attesa che il tifone passi. Nella camera di albergo mangiarono in silenzio, al buio, con le finestre chiuse […]