Come raggi di luce che accecano | Racconti Indigeribili

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Scritto da Mathilde Tulla
 - Illustrato da Sofia Casavecchi -


Come raggi di luce che accecano

Città, stanze, claustrofobia. 
Un pugno chiuso è la misura di un cuore. Non credevo di avere un cuore così piccolo.
Nelle buie notti d’estate, ancora bambina mi mettevo in ascolto del fluire del mio sangue, contavo i battiti del mio cuore, l’orecchio premuto sul cuscino, un fiume che scorreva lento dentro il mio piccolo corpo dalla testa troppo grande. E non era come contare le pecore, il sonno non prendeva mai il sopravvento e la mattina seguente i miei occhietti socchiusi parlavano di pensieri e di parole non dette, di pecorelle smarrite.
Trasparente agli occhi di mia madre. Non ero lì per lei che, lenta, voltava lo sguardo dall’altra parte, per non vedere.
Qual è la differenza tra una piccola donna e una donna piccola?
Dietro ogni giorno si nascondeva una notte di battiti. Governare il respiro, cosicché il mio cuore cambiasse il suo andare. Governare quel piccolo pugno.
Non avevo di meglio da fare.
Tapparsi le orecchie. Ascoltare il ritmo interno del corpo: come avvicinare un orecchio a una conchiglia per ritrovarci il mare.<br [...]

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