Benedetta | Il rogo di Gauffridi

Leggi su In fuga dalla bocciofila di Carlotta Centonze (essi vivono)     «Ma streghe e stregoni, dal vedere tante loro pratiche non sortire alcun effetto, qualche dubbio dovevano pure averlo, mentre ovviamente non ne avevano coloro che li temevano o che di pratiche stregonesche si credevano affetti – e ancora di più i padri inquisitori e i giudici» La strega e il capitano, Leonardo Sciascia   Le campane suonavano a morto per la terza volta in quella giornata e Louise aveva ancora negli occhi l’odore secco del campo marsigliese che sognava ogni notte, una distesa paglierina simile al deserto in cui il figlio di Dio aveva conosciuto la dolcezza della tentazione, e che lei cercava di afferrare in sonno come l’ultima immagine prima che il mondo finisse in cenere. L’indomani padre Gauffridi sarebbe morto, diventando agli occhi di alcune sue ammiratrici ancora più santo. Ne erano responsabili in parti eguali Louise, che con la sua furia si era scagliata su di lui accusandolo, e padre Dompt, l’inquisitore fiammingo, che aveva una fede cieca in Dio e, naturalmente, anche nel Diavolo. Forse pensando così di farla finita con tutto ciò che la legava alla Terra, Louise desiderava ferire a morte Gauffridi. Non era però lui a cui pensava, nel buio della segreta in cui dormiva durante il processo: ella si scaldava infatti nel desiderio di annientare, colpendo Gauffridi, la sua favorita, la piccola, esangue, sventurata Madelaine.   «Come si chiamano i vostri genitori?» «Jean Pierre e Marie Capeau» « […]

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