Maria Antonietta | Dal collo in giù
Leggi su In fuga dalla bocciofila di Herman Sapo Descontento (essi vivono) Quando arrivò alla chiesa di San Giovanni Battista era ancora sporca di sabbia e sale. Aveva lavato via il sangue dalle cosce con l’acqua di mare, ma sul sellino della bicicletta erano rimaste delle macchie marsala, che aveva asciugato con il bordo del vestito. Sfilò sotto il protiro strisciando lungo le pareti nella chiesa deserta. Avanzò finché ebbe coraggio, poi si sistemò in preghiera a ridosso del finestrone laterale e nascose il viso tra le mani. Una brezza leggera attraversava la navata e le soffiava sui polpacci, umidi della stessa acqua che le aveva lambito i piedi durante l’orgasmo che improvvisamente l’aveva resa consapevole di tutto il suo corpo, risvegliandola. Il ricordo fece accelerare le pulsazioni e Beatrice strinse le dita intrecciate fino a farle sbiancare. La purezza dell’acqua battesimale sotto di lei, nella Grotta della Sibilla, aumentò il senso di vergogna che il suo corpo provava a farle dimenticare. L’età era solo un numero altrove, ma nel paese dello sbarco dei Mille, come su tutta l’isola, l’età pesava quanto i granelli di sabbia nella mano della Sibilla Cumana. Troppi gli anni donati alla vergine dal Dio Apollo, troppo pochi quelli di Beatrice per poter decidere del proprio corpo. Almeno così avrebbero sentenziato le malelingue. Il peccato sarebbe presto stato scoperto. Come sua madre amava ripetere “nelle cose di sesso i maschi hanno la lingua lunga più di tutto il resto”. Mentre con gli occhi […]