I cani d’America della Lee County. Su “Demon Copperhead” di Barbara Kingsolver

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Dal 1995 al 2017, in America ha avuto luogo una vera e propria epidemia da oppioidi che ha causato la morte di circa quattrocentomila persone. La causa è l’OxyContin, un farmaco contenente ossicodone promosso a livello di marketing in maniera aggressiva come l’unico rimedio per alleviare se non cancellare del tutto il dolore ma al prezzo di effetti collaterali devastanti. Responsabili di questa tragedia sono stati la Purdue Pharma, guidata da Richard Sackler, e i tanti medici che – in buona fede o meno – hanno prescritto questo farmaco. Il fenomeno non solo è stato raccontato da diverse serie tv come Dopesick o Painkiller, ma anche la letteratura statunitense sta a poco a poco cominciando a parlarne, concentrando l’ambientazione soprattutto sui monti Appalachi e nella cosiddetta Rust Belt, l’area degli Stati Uniti che ha subito un tragico impoverimento in seguito allo smantellamento delle principali fabbriche siderurgiche americane come la General Motors. Due esempi recenti:  La gabbia dei conigli di Tess Gunty, vincitrice del National Book Award nel 2022 che accenna all’intreccio fra l’ossicodone, l’abusivismo edilizio e il degrado industriale dell’immaginaria Vacca Vale, in Indiana, e che traspone i racconti di mistiche come Ildegarda di Bingen nella figura di Blandine Watkins; la serie Netflix di Mike Flanagan La caduta della casa degli Usher, che reinterpreta i racconti di Edgar Allan Poe: Roderick e Madeline Usher sono attu [...]

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