La costruzione della ragazza. Tangerinn di Emanuela Anechoum
«Essere ragazze è qualcosa che ci è stato insegnato, dall’esperienza e da secoli di separazione ed esclusione dello spazio pubblico, rinchiuse nei ginecei o nelle nostre camerette, a vivere in forma privata, eppure replicata, riscritta, reinterpretata in centinaia di sceneggiati, serie televisive e manuale per giovani donne; qualcosa che dovevamo imparare a essere, a cui dovevamo adeguarci, un linguaggio che dovevamo imparare a parlare». Lo scrive Sara Marzullo, nel suo Sad girl. La ragazza come teoria (66thand2nd), che per oltre 170 pagine tenta un ritratto della ragazza di oggi, sfuggevole, contraddittoria, mercificata, e mai così reale.Quando sono le ragazze a scrivere di ragazze il punto focale della questione è uno solo, eternamente indagato: cosa vuol dire essere una giovane donna? Qual è il perimetro entro il quale si svolge la commedia tragica dell’essere una ragazza oggi? Focus, questo, che viene indagato da punti di vista ogni volta diversi – il rapporto con la madre, il rapporto con la sessualità, il rapporto con un generico altro. Con Tangerinn (edizioni e/o), Emanuela Anechoum, in un libro che dalle premesse sembra un romanzo sul rapporto padre-figlia, sceglie di indagare questa premessa da molteplici punti di vista, isolando ogni singola relazione e analizzandola finemente, arrivando a ricostruire – più che il ritratto del padre – l’immagine di una ragazza, Mina, che ci viene restituita come un quadro cubista. Un insieme di visioni e personalità, tutte adatta [...]