Agatino il guaritore
Il mondo di Agatino (Agatino il guaritore di Massimiliano Città è uscito per Il ramo e la foglia) è un microcosmo ricco di sfumature dove la verità non è mai univoca. Lo si può intuire sin dall’epigrafe, di Niels Bohr: «Ci sono due tipi di verità: le banalità, dove gli opposti sono chiaramente assurdi; e le verità profonde, riconoscibili dal fatto che l’opposto è pure una profonda verità». Il romanzo riprende una specifica tradizione di libri che comprende Steinbeck, Strout, Lee Masters, e corrisponde a un magnifico e variegato quadro composto di svariati personaggi che interagiscono fra loro pur essendo del tutto autosufficienti nella loro narrazione. Ricorda Bosch, o Bruegel. Ricorda Penny Lane dei Beatles o Parklife dei Blur. Ricorda, fra le uscite letterarie italiane di questi mesi, Cuori di nebbia di Licia Giaquinto, pur non avendone il carattere noir. Agatino il guaritore è un romanzo di forte atmosfera, racconta di vite che sembrano fiabe, storie sospese nel tempo, a cui contribuiscono l’inesistenza dei luoghi citati e la biforcazione che conduce al paese di Agatino, e che apre il romanzo, sono zone dimenticate e paesi lontani da ogni interesse turistico o economico. Il contesto sociale appare allora subito importante, perché Agatino e tutti gli altri appartengono a un mondo di paese, di un paese evidentemente povero, un paese fatto di storie che dunque saranno abitate da gente di tanti tipi, credulona e approfittatrice, semplice e selvaggia, oscur [...]