La stranezza del mondo è meraviglia

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«Da che parte si comincia, se vogliamo prenderci cura di queste creature nel marasma di catastrofiche notizie sul cambiamento climatico o sull’estinzione dell’ennesima specie animale o vegetale, ormai consuetudine? (…)Ciò che possiamo fare, se l’impresa ci sembra titanica, è partire da una cosa piccola». Aimee Nezhukumatathil, in Un mondo di meraviglie. Elogio di lucciole, squali balena e altri prodigi (appena pubblicato da nottetempo, nella traduzione di Federica Principi), parte da una cosa molto piccola, la luce di una lucciola, per raccontare la meraviglia che abbiamo intorno e che vive con noi.Un viaggio nei ricordi, nei giardini dei sobborghi di Phoenix in Arizona, nelle profondità marine, in un orto botanico, in una gelateria sulla spiaggia, nel Kerala, in India. Viene voglia di leggere la raccolta di prodigi nel libro di Nezhukumatathil, illustrati mirabilmente da Fumi Nimi Nakamura, come un manuale che insegna ad allenare la meraviglia, da prendere come traccia per cominciare ad allenare anche i nostri sensi. Quale albero ci ha dato un senso di protezione quando gli adulti erano assenti o erano una minaccia? Di quale animale abbiamo ammirato e desiderato le abilità, come fossero superpoteri? Il corno di un narvalo – che poi è un dente che buca il labbro superiore per allungarsi nell’oceano, dandogli l’aspetto di un unicorno – che sa intercettare segnali anche lontanissimi per rimetterci in contatto con persone lontane. Il sorriso impassibile dell’axolotl, piccolo [...]

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