The Holdovers | I popoli del nord

Leggi su In fuga dalla bocciofila Il Professore amava i popoli del nord. Quando gli chiedemmo il perché di questa speciale predilezione, egli rispose, senza alcuna reticenza: «I popoli del nord sono irrimediabilmente, strutturalmente, incontestabilmente gentili». Al che Guglielmo soggiunse: «E allora i vichinghi? E le terribili scorribande dei norreni? E Sweyn I il Barbaforcuta?» Ma il Professore sapeva essere incrollabile. Fissava l’enorme carta geografica che aveva affisso in classe con gli occhi di chi guarda mungere la sua vacca più produttiva. La carta esibiva una prospettiva anomala del globo terraqueo, tutta penisole, fiordi e pezzi di ghiaccio, esasperando le proporzioni delle terre lungo il sessantesimo parallelo. Noi, nonostante l’insopportabile pedanteria di Guglielmo, provavamo con tutte le nostre forze a immaginarci un popolo strutturalmente gentile. In cosa differiva dagli altri?  Stringevamo gli occhi. Il Professore ci parlava quasi sempre dei popoli del nord. Diceva che oltre a essere gentili erano anche pulitissimi. Avevano delle specie di cucchiaini per pulirsi le orecchie e per dire sabato dicevano il-giorno-della-vasca-da-bagno (laugardagur, sillabava, con una pronuncia perfetta). Guglielmo roteava gli occhi e fingeva uno svenimento. I popoli del nord non concepivano la medicina come noi. Se uno andava dal dottore col mal di testa c’era il caso che quello ti desse una supposta di glicerina o iniziasse a parlare del brutalismo sovietico. Concentrarsi troppo sulla cura di una malattia poteva […]

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