Le mani
Leggi su Biró Le mani prima del gesto. Le unghie smaltate del colore della crema di marroni. Cesellate a filo di dito. Il pollice e l’indice, lunghi una danza, affusolano la cartina. Calano il sipario. Se la guardo in copertina, sul frontespizio del volto trovo subito il tocco inferto dalla biologia alla sua natura: due sopracciglia folte, rigide nei contorni del ritratto che è lei stessa anche da fuori. Nelle foto su Instagram è sempre un’ombra, una sagoma dietro un’opera d’arte con cui non si misura. Secondo la mia ragazza è persino una dea. – Io? Quanti me ne daresti? e fuma, sospira e i denti sono il pettine con cui sfoltisce l’accento dalle parole. Non ne avevo intuito la provenienza prima che ce la dicesse. – Vabbe’, ok, trentasei e rabbocca, stringe gli occhi, le fossette sulle guance, quelle dita e noto i solchi dell’età tutti d’un colpo. Se l’avessero ibernata prima di morire e scongelata adesso, mia madre avrebbe avuto la sua stessa età. E ciò mi affascina, mi fa capire perché secondo la mia ragazza questa donna sarebbe da venerare. Siamo chiusi rispetto al mondo in un tavolino da tre posti, tondo come le curve delle unghie di lei. Quelle della mia ragazza invece sono scorniciate dall’ansia come le pareti dei palazzi antichi. Se M. T. è una dea, F. è una principessa. Una di quelle che scende le scale in broccato, l’anello smeraldo, lo sguardo severo, il passo che struscia con l’abito. Un volto spagnolo; quello di M. T. non sap […]