Corpus di MP5, un racconto visivo

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Ho sempre visto le opere di MP5, le ho sempre incontrate in luoghi, contesti, tempi diversi, su copertine di libri o riviste, lungo le città, Bologna o Napoli, solo per citarne due, su manifesti o muri, in luoghi specifici per istallazioni specifiche. E sono molto ammirata dell’effetto che fanno raccolte in un unico volume: Corpus, edito da Rizzoli Lizard, a cura di Jacopo Gonzales, con un testo critico di Ilaria Bonacossa e una conversazione con Alessandro Sciarroni. Corpus raccoglie una scelta dell’attività artistica e della ricerca di MP5 negli ultimi anni, dagli esordi sulla scena underground negli ambiti della pittura e del muralismo, fino alle collaborazioni più recenti tra politica, letteratura e teatro. Sono contenute nel libro un centinaio di immagini, su quasi cinquecento, opere che in molti casi vediamo spesso nei manifesti sui social o nella città, ma anche molte opere che non esistono più perché nate per installazioni temporanee o luoghi in mutamento nelle città. Sfogliando questo libro, avanti e indietro, o aprendolo in ordine casuale quasi a volersi stupire ogni volta con un dettaglio che era sfuggito, sembra che ogni opera, ogni immagine, sia un fotogramma di una narrazione, di un racconto visivo, un fermo immagine di qualcosa che sta accadendo, ogni opera dunque, in quanto fermo immagine o fotogramma, ha un prima e un dopo, sta in una narrazione, e che nella fissità dell’opera c’è molto divenire, un sacco di futuro. Come se ogni immagine contenesse in sé u [...]

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