Se non è innamoramento non merita attenzione. Sanguigna di Gabriela Ponce

Leggi su Limina

«Per me tutto quello che non è l’innamoramento non ha mai meritato grande attenzione».Questa frase racchiude tutta la sostanza di Sanguigna, il romanzo con cui la giovanissima casa editrice Cencellada porta per la prima volta in Italia Gabriela Ponce, premiata autrice ecuadoregna, nella traduzione di Sara Papini.In Sanguigna, trova spazio solo la sensazione intensa. L’io narrante senza nome è una donna ma degli aspetti esteriori della sua vita, come si chiama, che lavoro fa, ignoriamo tutto; sulla pagina si riversa solo il suo intimo, quello che percepisce più vividamente. Lo sgorgare del sangue mestruale, l’ebbrezza dell’alcol e stupefacenti, l’orgasmo, il dolore acuto del vuoto di un matrimonio finito, l’adrenalina di sfrecciare sui pattini, l’entusiasmo dell’innamoramento, il senso straniante di pienezza in gravidanza. È molto ingiusto nei confronti di questo libro ingabbiarlo in una sinossi, ma va fatto se crediamo che una recensione sia un’operazione di mediazione e non un esercizio egotico ed estetico.(Personalmente non ho niente contro gli esercizi egotici ed estetici, anzi, ma non sono all’altezza, quindi quello che stai leggendo è un tentativo di mediazione: io, a te che leggi, ti sto pensando.)È l’autonarrazione sensoriale di una donna che incontra un uomo mentre il suo matrimonio sta finendo, ancora piena di rabbia per un rapporto in agonia si tuffa in un amore intensissimo, fatto di slanci e amplessi, da cui scaturisce una gravidanza, che però trascor [...]

Racconti correlati