Killers of the Flower Moon. Le immagini quando ci fa difetto la Storia

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In uno dei tanti momenti chiave di Killers of the Flower Moon, Ernest Burkhart (Leonardo Di Caprio), ingenuo e disorientato reduce della Prima Guerra Mondiale, vuole imparare a leggere per trovare un lavoro migliore e ambire alla mano della ricchissima Mollie Kyle (Lily Gladstone). Così si mette a letto con un libro sulla storia Osage, popolo a cui la donna appartiene, e comincia a incespicare in quella foresta di parole. Nelle pagine che sta leggendo – e noi con lui – c’è un’immagine che cattura la sua attenzione. Rappresenta un branco di lupi nascosto nella prateria, pronto ad aggredire la preda. Poco più in basso una didascalia che recita: “Riesci a trovare i lupi in quest’immagine?”. Ecco, tutto Killers of the Flower Moon – e forse l’ultima parte di carriera di Martin Scorsese – si condensa in questo interrogativo: sai leggere queste immagini? Ne Il Nome della Rosa, Guglielmo da Baskerville, davanti alle orme di Brunello, il cavallo smarrito dell’abate, sostiene che «si usano segni e segni di segni quando ci fanno difetto le cose». Se il frate detective di Umberto Eco fosse un personaggio dell’universo scorsesiano, direbbe forse che si usano immagini e immagini di immagini quando ci fa difetto la Storia. Ancora, nella celebre notte di Varennes, le cronache vogliono che il fuggiasco Luigi XVI venga riconosciuto a una stazione di posta a causa di una moneta – per l’appunto, un Luigi d’oro – sulla quale è inciso il suo profilo. Un re tradito dalla propria immagine, si dir [...]

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