La marionetta, gli eterni, il fanciullo: una metamorfosi post-moderna

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Lo dormì, il mondo R. M. Rilke, Sonetti a Orfeo Nell’introduzione alla Cospirazione contro la razza umana Thomas Ligotti presenta l’essere umano come una marionetta. Più precisamente, come una marionetta che si libera dei suoi fili e si muove da sola, o perlomeno si illude di farlo. Un paradosso perturbante, di cui l’umanità non vuole prendere atto, che il filosofo delinea nel corso del libro alla luce del pensiero di Peter Wessel Zapffe. Nell’Ultimo messia il pensatore norvegese articola quello che Ligotti definisce il paradosso di Zapffe, ovvero la nostra capacità di autoingannarci, attribuendo alla vita un valore che non ha. Questo processo sarebbe l’esito di una relazione di quattro differenti strategie – l’isolamento, l’ancoraggio, la distrazione e la sublimazione – che gli esseri umani mettono in atto per sentirsi vivi, coscienti, autonomi. Ligotti sintetizza questa condizione con una visione angosciante: «Senza questo imbroglio cognitivo saremmo messi a nudo per quello che siamo. Sarebbe come guardare in uno specchio e, per un istante, scorgere sotto la pelle il teschio che ci guarda di rimando con un sorriso sardonico. E sotto il teschio… solo le tenebre, il nulla. Qui c’è qualcuno, così ci sembra, eppure nessuno è qui: il perturbante paradosso, l’orrore visto di sfuggita. Un piccolo pezzo del nostro mondo è stato scorticato via e sotto c’è una desolazione cigolante, un luna park dove tutte le giostre sono in movimento ma nessun visitatore occupa i loro sedili. Non [...]

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