La scrittura di un corpo mutilato. Tradurre Gli ultimi giorni di Brian Evenson

Leggi su Limina

Quando ci si imbatte in un libro diverso dalla maggior parte dei libri a cui si è normalmente abituati, un libro governato da un delirio estremamente lucido, che non invita ma imprigiona, che diverte quando dovrebbe repellere e ci fa sentire coinvolti in una realtà in teoria lontanissima dalla nostra, prima di affrontare un libro del genere, si potrebbe ritenere utile un certo tipo di preparazione. E invece no, io credo che il miglior modo per avvicinarsi a Gli ultimi giorni di Brian Evenson (nottetempo) sia di entrarci dentro con lo stesso fatalismo e la stessa presunta innocenza con cui ci si arrende al traffico tentacolare di Saigon: con un braccio alto verso il cielo, come a voler chiedere il permesso di parlare a una maestra lontana e distratta, il capo leggermente chino, il passo lento e regolare, il respiro trattenuto – l’urto improvviso è sempre in agguato – e gli occhi spalancati.Perché è vero, Brian Evenson è giustamente considerato uno degli scrittori più innovativi e estremi della ricca e variegata scena horror internazionale, ed è vero che in questo romanzo si rifà all’hard boiled, la famiglia più disperata e cruda del noir, ma trattandosi di uno scrittore di razza, e quindi unico, se ci limitassimo a sommare i generi finiremmo col dare in pasto la nostra addizione a uno specchio deformante che inesorabilmente la trasformerebbe in una sottrazione, impoverendo un libro che invece è tanto scarno e ulcerato quanto ricco e assurdamente vitale: non vi è [...]

Racconti correlati