Quartieri Lontani di Jirō Taniguchi. Tra rêverie e ricordo

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Il salto nel tempo è un espediente narrativo che piace sempre, nella letteratura e nei fumetti. Nel mondo degli anime e dei manga è una struttura che torna a più riprese e a cui anche il grande Jirō Taniguchi non ha saputo resistere nel suo Harukana machi-e (In una lontana città), pubblicato nel 1998 in Giappone e disponibile in Italia nella curata edizione di Coconino Press dal titolo Quartieri lontani. Hiroshi ha 48 anni, una moglie e due figlie. È un uomo d’affari, o così ci fanno pensare tutti i dettagli che lo rappresentano nelle prime tavole: l’abito elegante, lo sguardo severo e il tè che beve per attenuare i postumi della sbornia della sera prima. Ed è mentre sale sul treno, di ritorno da un viaggio di lavoro, che si ritrova inspiegabilmente nella direzione opposta, verso la sua città natale, in campagna. Un’inspiegabile e improvvisa variazione temporale, infatti, lo riporta ai suoi 14 anni, nell’anno in cui suo padre se ne andò di casa, lasciandolo solo con la sorellina, la mamma, la nonna e un numero infinito di domande. Perché suo padre ha scelto di sparire così? Quali significati si nascondevano dietro ai suoi viaggi a Tottori? Era solo una questione lavorativa o c’era molto altro ancora? È su tutto ciò che si interroga l’adolescente Hiroschi quando rivive questi anni da adulto, grazie a questo distacco dalla realtà che, da situazione temporanea, sembra essere destinata a rimanere tale per un periodo indefinito. E se inizialmente ci vuole un poco per riconoscer [...]

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