Questioni di eredità. Il nostro Sessantotto e l’Europa dell’Est

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Nel giugno del 2022 la Corte Suprema statunitense, a maggioranza repubblicana, ha stabilito che la Costituzione degli Stati Uniti non conferisce il diritto all’aborto. In Italia, che questo diritto all’aborto viene garantito (Legge 194/78), più del 65% dei medici anestesisti nel Mezzogiorno è obiettore di coscienza, al punto che nella regione Molise il 29 dicembre 2021 è stato pensionato l’unico ginecologo non obiettore, il dottor Michele Mariano. A ciò si aggiungono le immancabili iniziative parlamentari di inizio legislatura sul riconoscimento della capacità giuridica del concepito. Il quesito è: il clima politico e culturale consente l’effettivo esercizio del diritto all’aborto sancito dalla legge? Proseguendo: movimenti pro-life, ultra-conservatorismo, slogan catto-patriarcali, famiglia tradizionale (sostenuta per altro da chi ha dimostrato un attaccamento tale all’idea di famiglia da averne attraversata più d’una), la lotta estrema che una certa politica sta portando avanti contro ogni tentativo di dar vita anche solo a un serio dibattito sul tema della legalizzazione delle droghe leggere. Ma la vera questione in gioco non è tanto il sostenere queste posizioni – legittime, assolutamente –, quanto l’intolleranza che spesso le fonda, rivolta verso chi la pensa in modo contrario, arrivando al punto di mettere in discussione l’effettivo esercizio di diritti conquistati, come quello all’aborto. Potremmo proseguire con le posizioni contro le forme di relazione che non siano [...]

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