Ricordare è una questione d’amore. Il museo della resa incondizionata di Dubravka Ugrešić

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Eppure la scrittura non è poi tanto diversa dalla fotografia. Si scrive per rubare al più abile dei ladri, il tempo. Tommaso Pincio, L’evento nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.  Ciò che resta del Libro è la citazione (in senso molto generale): il frammento, il rilievo che viene trasportato altrove. Roland Barthes, La preparazione del romanzo.  La ripubblicazione, a febbraio 2023, con La nave di Teseo di Il museo della resa incondizionata di Dubravka Ugrešić, un mese prima della sua morte, si offre come un’occasione preziosa per immergersi nell’opera di una grandissima scrittrice – in Italia ancora troppo poco nota – e di farlo a partire da un testo centrale, forse il suo più importante, in cui la condizione dell’esilio diventa la condizione sine qua non della sua scrittura, della sua poetica, del suo modo di intendere la letteratura e, più in generale, l’arte.   Scritto nel 1996, pochi anni dopo l’esilio a cui il rifiuto della retorica nazionalista, successiva al crollo della Iugoslavia, l’aveva condannata, nonché pubblicato per la prima volta in Italia da Bompiani nel 2002 nell’attenta traduzione di Lara Cerruti (la stessa riproposta dalla Nave di Teseo), Il museo della resa incondizionata è un testo labirintico, in cui al lettore si chiede di fare esperienza dello smarrimento, di farsi testimone della vita di un altro essere umano, in questo caso Ugrešić, a sua volta testimone delle vite che racconta, delle voci c [...]

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