Cose mai viste al cinema. Tra Zavattini e Welles, i film che sarebbero potuti essere

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Le pizze sono state trovate nel 2005, durante lavori di ristrutturazione in un deposito del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Si gridò al miracolo: un piccolo gioiello perduto. In realtà solo un’esercitazione di alcuni studenti di un corso della fine degli anni Cinquanta. Ma gli autori degli spezzoni montati erano nientemeno che Marco Bellocchio, Silvano Agosti, allora giovanissimi, e la francese Agnès Varda, che a quell’epoca aveva già realizzato un lungometraggio e un documentario, e teneva un breve seminario nel Centro.Ai tre era stato affidato un soggetto di poche righe, mai nemmeno trasformato in sceneggiatura, di Cesare Zavattini. Prevedeva che tre registi, come nelle barzellette un francese, un inglese e un americano, realizzassero tre documentari su Roma, partendo ciascuno da un pregiudizio: per uno la città della miseria, per l’altro quella del divertimento, per il terzo la città che va in pezzi. Alla fine, secondo quanto scritto dallo sceneggiatore di Ladri di biciclette, i tre documentari sarebbero stati montati insieme in modo casuale, per un errore, ma da quel caos, invece delle tre tesi preconfezionate, sarebbe emersa, incoercibile, l’autentica umanità dei romani. È probabile che Zavattini pensasse a un vero film, con i ruoli dei registi affidati a tre attori. Ma l’idea di provare a girare i tre documentari era al passo con l’evoluzione del linguaggio cinematografico… Naturalmente un simile film non è mai esistito (né Agnès Varda ha mai ten [...]

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