La ‘gargalesi’ della coscienza. Intervista a Giorgio Vallortigara

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In un capitolo di Pensieri della mosca con la testa storta (Adelphi, 2021), Giorgio Vallortigara spiega perché il solletico funziona solo se fatto dagli altri. La ragione è legata alla copia efferente (o scarica corollaria), quel segnale motorio di input che informa il sistema sensoriale dell’azione che è in fase di svolgimento. Quando ‘ci solletichiamo’, la copia efferente cancella il segnale sensoriale che ci stiamo provocando; al contrario, durante la ‘gargalesi’ (il solletico propriamente detto), le sensazioni tattili non sono annullate. Il solletico, dunque, è uno dei luoghi misteriosi dell’esperienza cosciente, sospesa e liberata, addirittura prevista, dal cervelletto, o desiderata, come dimostrano alcuni esperimenti sui ratti, in cui l’attività dei neuroni nella regione della corteccia somatosensoriale (che rappresenta la zona stimolata) aumenta ancor prima della stimolazione stessa. Un esempio, quello del solletico, che, in piccola parte, restituisce la complessità della comprensione di che cosa sia l’esperienza cosciente, «l’emergere della meraviglia».In questa intervista, ho avuto la fortuna di ragionare con Giorgio Vallortigara riguardo il rapporto tra coscienza umana e animale, sulle differenze che, a oggi, in base allo stato dell’arte, possiamo riscontrare tra “noi” e “loro”, e, più in generale, su cosa quale sia il legame tra coscienza, linguaggio e pensiero (anche negli animali) in base alle più recenti scoperte scientifiche. Una lunga chiacchierata che sott [...]

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