Sputiamo su Hegel. Carla Lonzi, la filosofa riluttante

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Carla Lonzi ha vissuto molte vite, pur in una vita piuttosto breve. È stata prima una critica d’arte, poi una femminista, una saggista e una poetessa. Ma è stata anche una filosofa riluttante che, con una formazione accademica completamente diversa, a 39 anni decide di intitolare il suo brevissimo e folgorante debutto teorico Sputiamo su Hegel, bersagliando il Filosofo per eccellenza. Oggi, a più di cinquant’anni dalla sua prima edizione, il testo è tornato in libreria per La Tartaruga, con la curatela di Annarosa Buttarelli. Il ritorno di Lonzi era più che mai atteso: dopo l’edizione di Gammalibri del 1982, pubblicata all’indomani della morte dell’autrice, l’unico modo per leggerla era scovare uno dei rari Libretti verdi di Rivolta, la piccola produzione editoriale del gruppo di Rivolta femminile. Per la sua difficile reperibilità – e anche grazie a un titolo indimenticabile – Sputiamo su Hegel è diventato un libro per cui è giusto scomodare un aggettivo spesso usato a sproposito, iconico. Ancora oggi c’è chi si stranisce per la scelta di questo verbo così forte, alla prima persona plurale: sputare. Perché sputare su Hegel e non criticare con forza, rigettare, disconoscere? Perché un gesto corporeo così viscerale, quasi ripugnante? Un titolo del genere presuppone una cesura del dialogo, l’impossibilità definitiva di comunicazione, con una modalità del tutto estranea a quel femminismo conciliante che deve essere a misura e a beneficio di tutti a cui ci siamo abituati negli [...]

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