Le tante vite della verità nell’ultima raccolta poetica di Giorgio Ghiotti

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[…] intendo / dar forma a qualcosa che valga / il lusso dolente di un ricordo, un sottocasa / serale, magari, a dirsi negli occhi / che non sempre si riesce nel meglio, / ma che si è provato, e solo questo vale.  Così Giorgio Ghiotti nella sua ultima raccolta di versi pubblicata a fine primavera per LiberAria Editrice, Ipotesi del vero.Autore di poesie, romanzi, racconti, a partire dalle sette storie di Dio giocava a pallone (nottetempo), suo esordio nel 2013, Ghiotti ci consegna quest’ultima silloge con una precisazione dovuta. Bisogna riconoscere in essa un prima e un dopo, come per tutte le esperienze determinanti. La silloge, difatti, si compone di due libri in uno: nel primo, Ipotesi del vero, il poeta si misura con la memoria; nel secondo, L’andare e l’addio, con l’infanzia. Il titolo del primo libro li raccoglie entrambi, a voler sperimentare l’intuizione della verità, che sconvolge e riluce per un tempo brevissimo. Soprattutto, che si arresta in ogni tempo sul piano di un’ipotesi.  La rotta della vita, in particolare, si propone come la grande verità con cui fare i conti in queste pagine. Chi la definisce? È la vita stessa a decidere il posto dovuto «al ragazzo tutt’ossa» con un soffione in mano nel vento, come da immagine di copertina? Oppure appartiene allo sguardo di quel ragazzo, e a noi tutti con lui, dare alle cose un senso forse «indecente, come in fondo / al verso inattesa la rima»? Ghiotti sembra non sugger [...]

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