Sono la bussola senz’ago. Le lettere di Anna Maria Ortese

Leggi su Limina

Quando ho avuto tra le mani le lettere di Anna Maria Ortese a Marta Maria Pezzoli, raccolte nella bella edizione Adelphi con il titolo Vera Gioia è vestita di dolore, ho immediatamente pensato all’importanza delle corrispondenze degli scrittori nella storia della letteratura universale. Ci sono carteggi che in certi casi possono raggiungere e superare il valore di un’opera. Per lo più si tratta di vere corrispondenze, di dialoghi con due, talvolta di più, interlocutori, che realizzano un dialogo spesso illuminante su idee e periodi storici. In questo caso però come in tanti altri, manca una voce. Leggiamo dunque domande che rimangono eluse o risposte a interrogativi che ci tocca ricostruire con uno sforzo dell’immaginazione. La prima corrispondenza mutilata che mi è venuta in mente è stata quella tra Eugenio Montale e Irma Brandeis, Lettere a Clizia (Mondadori), dove il corpus è essenzialmente costituito dalle missive del poeta, essendosi perdute o andate distrutte quelle della giovane e brillante scrittrice americana, sua amante e musa. Tutte tranne una, ovvero una lettera non spedita e conservata da Irma che chiude il carteggio testimoniando la presenza di “qualcuno in carne e ossa” dall’altra parte del filo, del discorso.Di Anna Maria Ortese, vale la pena ricordarlo, esistono diverse corrispondenze, alcune inedite come le lettere a Paola Masino custodite nel Fondo Falqui della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma o quelle ad Adriana Capocci Belmonte nell’archivio priva [...]

Racconti correlati