Intervallo di terza | Il bar

Leggi su In fuga dalla bocciofila LEGGI LE PUNTATE PRECEDENTI     Era proprio lì, alla fine della scalinata, accanto al mezzobusto del marchese. La Manna ha corso a perdifiato per raggiungerlo, afferrargli il braccio, costringerlo a voltarsi e trovare il coraggio di urlare: «eccomi, dimmi tutto! Ogni passo su quelle scale riduceva il suo campo visivo a un occhio di bue e tutto ciò che stava intorno sfumava in un pulviscolo lampeggiante, ma non importava. Ormai c’era, l’aveva preso. «Che, sei impazzita?». La mano della Manna si è ritratta come un paguro nel suo guscio. Lo sguardo ha messo a fuoco Guido: cazzo, la maglietta era uguale! Che fare, ora, correre giù per le scale a perdifiato, allontanarsi, fuggire, sparire, eclissarsi, estinguersi? Impossibile. Fortuna Manna lo conosceva, Guido. Erano vicini di casa, le famiglie amiche… poteva provare a cercare una scusa, dare una spiegazione, salvarsi. Ma le parole erano pallottole di carta lanciate contro muri di gomma, rimbalzavano silenziose e non sortivano effetto. Guido ha tirato via il braccio e ha rincarato la dose, accentuando una certa posa da capobranco che Luca e Paolo, in piedi dietro di lui, trovavano ironica: «e poi che ci fai qui, hai scordato il pranzo a casa?» La Manna si è guardata intorno. Davanti a lei l’area dello spaccio panini concertava in una cacofonia di bocche che masticano, labbra che succhiano, lingue che parlano, nasi che colano, gole che ingurgitano, mani che toccano, corpi che sfregano, voci che sbraitano. I suoi occhi sal […]

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