Per un combattimento interiore. Bruce Lee, l’avventura del Piccolo Drago

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È l’uomo che ha cambiato le regole del cinema d’azione, che in un certo senso lo ha inventato per lo meno come lo conosciamo oggi, colui che ha reso globale il concetto di “arte marziale”. Quell’uomo è morto 50 anni fa, prestissimo, a soli 33 anni, in circostanze così oscure da essere perfette per certificarne il mito, perché il nome di Bruce Lee (nome anglicizzato che racchiude i vari nomi cinesi che la famiglia gli diede) ancora oggi emana una forte aura di rispetto e devozioni quasi mistiche.Per celebrare la ricorrenza della scomparsa, avvenuta a Hong Kong il 20 luglio 1973 a seguito di un edema cerebrale, si possono fare due cose: andare al cinema a vedere o rivedere I tre dell’operazione drago, il film – realizzato nello stesso anno della morte – che lanciò la figura di Lee e il cinema di kung fu in tutto il mondo con un successo senza precedenti, appena restaurato da Warner Bros e nelle sale dal 14 agosto; oppure leggere Bruce Lee. L’avventura del Piccolo Drago, il libro di Michele Martino edito da 66thand2nd. Martino è un editor e traduttore, che dopo varie esperienze nello spettacolo ha debuttato nella scrittura letteraria lo scorso anno, pubblicando Il favoloso Doctor J, biografia del cestista Julius Erving, un altro game changer, uno di quei personaggi dopo cui niente è come prima. Bruce Lee è stato, come per molti nati negli anni ’70, all’inizio del decennio, una passione personale, una folgorazione sorta all’ombra dei piccoli cinematografi, de [...]

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