Perché scrivere? La più recondita memoria degli uomini di Mohamed Mbougar Sarr

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C’è un aneddoto che dà l’aire a questa analisi: nella mia libreria, il libro mancante più curioso che mi sia capitato di leggere è senz’altro La più recondita memoria degli uomini (Edizioni E\O, traduzione di Alberto Bracci Testasecca) dell’africano Mohamed Mbougar Sarr, premio Goncourt 2021. Avevo letto il primo capitolo distrattamente su internet e ne  sono rimasta impressionata fin da subito, rapita dall’esergo. In quel momento ho capito che avrei dovuto leggerlo ma non avendo soldi per comprarlo sono rimasta ossessionata per mesi dall’idea di doverlo leggere. Era un periodo in cui non potevo nemmeno recarmi in biblioteca, per cui non avevo soluzioni, se non aspettare, con la pacata e fiduciosa convinzione con cui si aspetta un piacere ineluttabile. Non ho mai dubitato per un momento che la mia pazienza, o corteggiamento, o speranze, sarebbero stati ripagati. Quando finalmente sono riuscita a procurarmi una copia sono rimasta sorpresa nello scoprire che ero stata ossessionata da un’ossessione. Questo è il libro di Sarr, una divorante e coinvolgente ossessione, l’epopea di uno scrittore africano francofono Diégane Latyr Faye, che segue in diversi continenti il miraggio di uno scrittore eremita, Elimane, autore di un libro-plagio eccezionale Il labirinto del disumano, con il desiderio di ritrovarlo. A pochi passi, attraverso indagini, testimonianze, racconti di chi lo ha conosciuto, scoprirà tutto di lui, la sua storia, le o [...]

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