«L’io puzza». Gilda Policastro e Vitaliano Trevisan

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«Di chi è la voce che parla, in poesia?», è la domanda che spicca in bandella nella silloge poetica della scrittrice, docente e critica letteraria Gilda Policastro, intitolata La distinzione, uscita quest’anno con Giulio Perrone Editore. La questione inesauribile dell’Io in poesia e in letteratura è stata messa a nudo nei recenti appuntamenti letterari di Gilda in Veneto, in occasione della presentazione del suo libro e dell’incontro in omaggio a Vitaliano Trevisan[1], scrittore che lei stessa ha conosciuto da vicino e la cui presenza faceva “il suo effetto”. Il rapporto di Trevisan con la critica era conflittuale, senza spazio alcuno a sconti o compiacimenti, come in fondo lui per primo si rapportava col proprio scrivere e con se stesso; in un’intervista sul suo libro Works, Gilda gli propose una collocazione dell’opera «in un filone che ha tra i padri Volponi e Morselli»; in risposta lui premise subito: «non ho letto né Volponi né Morselli». Al contempo era comunque un autore disponibile, per quanto il suo carattere potesse far credere il contrario, a presenziare agli incontri letterari e alla lettura dei suoi stessi testi. Si trattava – è importante sottolinearlo – di uno dei rari scrittori in grado di leggere mirabilmente i propri testi e lo si può apprezzare dai materiali video disponibili in rete: non passano inosservati, né inascoltati, i momenti in cui il suo colloquiare spezzato e laconico, talvolta al limite del biascico o del mugugno, acquisiva improvvisamente o [...]

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